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OPERA PIA MAUROCORDATO.

 

Settant’anni meritavano di essere festeggiati pubblicamente, con la dovuta riconoscenza verso chi opera a favore dell’infanzia in difficoltà. Ma tant’è, le conseguenze della pandemia sono anche la cancellazione di tutti gli eventi pubblici che vengono trasferiti sui social per permettere almeno un minimo di partecipazione. E così la presentazione del libro “Al bene dell’infanzia abbandonata e bisognosa. Frammenti di storia”, edito dalla San Liberale e voluto dalla Fondazione Opera Pia Anna Maria e Alessandro Antoniadi Maurocordato, si è tenuta venerdì 23 ottobre in casa Toniolo, a Treviso, in diretta streaming e in collegamento con Atene, dove si trovava l’autore del libro, Sergios Mosconàs. In presenza solo i componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Maurocordato e gli enti che li nominano, mons. Mauro Motterlini per la diocesi di Treviso, il consigliere Giancarlo Da Tos per la Provincia di Treviso, Mario Conte, sindaco di Treviso, Francesca Pastro per l’Ufficio provinciale scolastico.

“Un bel traguardo, settant’anni – ha sottolineato nel suo intervento mons. Motterlini portando i saluti del vescovo Tomasi -, ai quali si giunge portando a termine il risanamento e la riorganizzazione della Fondazione, arrivando al non facile traguardo della depubblicizzazione dell’Ente”. «Lascio tutto per l’infanzia abbandonata e bisognosa di Treviso e provincia», avevano indicato i fondatori Maurocordato. “Da questa volontà – ha aggiunto mons. Motterlini – occorre partire per chiedersi chi sono oggi i bisognosi, per attualizzare le volontà dei fondatori”. Sicuramente di infanzia ancora bisognosa ne conosce Francesca Pastro, dell’Ufficio scolastico provinciale: “Ancora oggi abbiamo tanti bambini in difficoltà, a rischio dispersione scolastica, compito nostro è quello di sostenerli. La scuola è fondamentale per tutti ed è fondamentale che tutti possano accedere anche con le moderne tecnologie”.

Addentro agli obiettivi della Maurocordato è il rappresentante della Provincia di Treviso, Giancarlo Da Tos, che ne è stato vicepresidente negli anni della presidenza di Guerrino Zanini, più volte ricordato per la sua dedizione alla causa. Da Tos ha indicato come le famiglie oggi abbiano bisogno di sostegno per i figli e come questi abbiano bisogno di attenzione. E ha ringraziato il presidente della Maurocordato, Sergio Criveller, per l’ottimo lavoro svolto e tutti coloro che danno una mano alla Fondazione a cui giungono “decine e decine di domande per situazioni terribili. Speriamo che ci siano sempre le risorse per dare un aiuto”. L’ultimo intervento, prima della presentazione del volume, è stato quello del sindaco Mario Conte che ha constatato come oggi l’abbandono non sia tanto fisico quanto valoriale e dietro a tanti ragazzi che incontra nota un vuoto famigliare. Per questo auspica che possa continuare il percorso condiviso tra Fondazione, Servizi sociali comunali e mondo della scuola per creare un salvagente per questi ragazzi. “Non dobbiamo mai rinunciare, le risorse sono da trovare perché il tema è troppo importante per non essere affrontato”.

La parola è passata, quindi, all’attuale presidente Sergio Criveller: “Con questo libro vogliamo raccontare chi era il principe Alessandro Antoniadi Maurocordato. Un racconto che si fonda e prosegue nella storia della Fondazione Opera Pia Anna Maria e Alessandro Antoniadi Maurocordato che quest’anno festeggia i 70 anni di vita. Abbiamo voluto affidare questo racconto a Sergios Moschonàs, che ringrazio per la passione e la competenza che ha messe in questo lavoro. L’abbiamo affidato a uno studioso greco perché tutto ebbe inizio in quella terra. L’attuale Consiglio di amministrazione, che ringrazio per il lavoro costruttivo e propositivo fatto in questi anni, è composto oltre che dal presidente (nomina Diocesi), dal vice presidente Salvatore Camin (nomina Comune) e dai consiglieri Giuseppe Canova (nomina Provincia), Amata Antonina (nomina Provveditore), Ermanno Savio e Manlio Miele (nomina Diocesi). Mi piace ricordare con quale passione e dedizione il vice presidente Salvatore Camin e la segretaria/direttrice Nadia Filippetto seguono la vita della Fondazione. Il Consiglio in questi anni ha voluto valorizzare l’assistenza, andando a sostenere singole richieste da parte di soggetti privati. Si è fatta rete, inoltre, con i Comuni e con i rispettivi Servizi sociali. Si è lavorato molto con le parrocchie e le associazioni del territorio su progetti concreti di assistenza alle persone fragili. Questo Consiglio ha, poi, deciso la depubblicizzazione dell’Ente, otte nuta con Decreto della Regione Veneto n. 9 dell’8 agosto 2017. Si è, così, passati da Ipab, Istituto pubblico di assistenza e beneficenza, a Fondazione di diritto privato. Questo percorso è stato lungo, ma doveroso. Tutto questo oggi c’è perché il principe Alessandro, da immigrato, si è innamorato, oltre che della sua sposa Anna Maria, anche di questa terra trevigiana, e a questa ha voluto lasciare tutto ciò che possedeva. E’ una storia bella, che appassiona e che è stata racconta nel libro «Al bene dell’infanzia abbandonata e bisognosa»”.

E’ toccato allo scrittore Gian Domenico Mazzocato presentare il libro di Sergios Mosconàs che ha raccontato come in lui sia nata la passione per la ricerca di notizie sui fondatori della Maurocordato: “Tre anni fa mia madre stava scrivendo un libro sulla madre di Alessandro Antoniadi Maurocordato. E così anch’io mi sono appassionato alla storia. Mi auguro che la ricerca continui e che si possa realizzare una edizione in greco”.

Un aspetto che sottolinea anche lo scrittore Mazzocato nel suo intervento: “Uno dei meriti di Mosconàs è quello di aver tracciato una strada e di aver indicato una storia che presenta ancora campi da esplorare, a partire dagli archivi”.

Oggi, intanto, abbiamo la storia dei fondatori, Anna Maria e Alessandro Antoniadi Maurocordato, i quali, secondo Mazzocato “incarnano la migliore tradizione della generosità e del mecenatismo di matrice greca e ancor prima ellenistica”. Che viene messa per iscritto nell’ultimo testamento di Alessandro: “Anche nell’intento di onorare la memoria della compianta mia consorte e interpretandone i desideri, dispongo che alla mia morte la mia sostanza (…) passi in piena proprietà a una istituzione da erigersi in Ente morale per l’assistenza della Infanzia abbandonata, ammalata o bisognosa della città e provincia di Treviso. Dispongo che detta Istituzione abbia a intitolarsi ai nomi di Anna Maria e Alessandro Antoniadi Maurocordato; che abbia la sua sede a Treviso”.

Tra le sue volontà, anche quella di essere sepolto a Treviso, accanto alla moglie, dopo aver avuto “funerali modesti e senza fiori”. Riposano, infatti, nel Cimitero maggiore di Treviso. Sulla tomba la data della loro morte 2 dicembre 1941 per Anna Maria, 25 ottobre 1943 per Alessandro, il cui ultimo periodo in vita è caratterizzato da “difficoltà fisiche e finanziarie, con l’umiliante richiesta di sussidi e aiuti”. Molti dei suoi averi sono stati incamerati dalla Turchia e dalla Grecia. Il suo patrimonio italiano è alla base della nascita, settant’anni fa, dell’Opera Pia Anna Maria e Alessandro Antoniadi Maurocordato.